NEOARCHETIPI

Arte

Via Castelbarco 3, Milano, Mi, 20136, Italia
29/01/2020 - 06/05/2020

A cura di Paolo Giubileo
Il lavoro artistico di Lorenza Morandotti ha un’anima ancestrale, generatrice di segni che riconosciamo come archetipi. Che cosa sono gli archetipi? Sono pure forme che si configurano come simboli, sono i centri dell’energia psichica, latenti ed inconsci, che possono manifestarsi nei sogni così come nell’arte.
Lorenza Morandotti, scherzando, si definisce un’artista neo-neolitica: certamente, l’incontro con il mistero dell’arcaico è centrale nel suo percorso creativo. Racconta che, camminando per i boschi della Val d’Intelvi, un giorno trovò, scavata nella roccia, una coppella preistorica. Le coppelle sono incavi emisferici e questa forma, a noi così familiare, ha caratterizzato nel corso dei secoli tutte le civiltà dell’uomo. Sebbene il dibattito sulla sua funzione sia ancora vivo (contenitore d’acqua, focolare, raffigurazione topografica, mappa stellare), ne viene riconosciuta all’unanimità la valenza simbolica universale: da grembo materno a figure del sacro che ne derivano.
La coppella è una delle diverse forme che l’archetipo assume nell’opera di Lorenza Morandotti; esso non si pone come premessa ma si rivela solo a conclusione del processo artistico, manifestandosi così naturalmente nei suoi lavori in ceramica, terracotta, pietra, marmo e bronzo.
Negli acquarelli su carta di cotone qui esposti, Infiniti infiniti, l’archetipo si rivela in una moltiplicazione generativa di cerchi concentrici, la cui matrice possiamo rintracciare anche nell’azione di manipolazione dell’argilla con il tornio; originati da un punto essenziale, i cerchi, espandendosi nell’atto creativo, raggiungono una dimensione meditativa.
Richiamano nella loro forma i mandala (in sanscrito cerchio), una forma circolare attraverso la quale può manifestarsi il Sé, il principale di tutti gli archetipi, con il quale Jung stesso indicava una totalità psichica, risultato dell’unione del conscio e dell’inconscio. E’ l’archetipo centrale dal quale viene emanata l’energia vitale; è l’archetipo dell’ordine interiore, dove il Sé diviene il punto di riferimento essenziale.
Intersecando due Infiniti infiniti Lorenza Morandotti crea gli incontri: nuovamente si manifesta l’archetipo nella forma ogivale della vesica piscis o mandorla, in molte culture simbolo di vita e di passaggio tra due dimensioni diverse, materiale e spirituale, umana e divina.
Gli Infiniti infiniti trasmutano poi nelle Cosmos’ flags, bandiere di tela trasparente; l’artista diventerà, portandole nel mondo, alfiere di un messaggio cosmico: l’identità dell’uomo risiede nella sua appartenenza all’universo, di cui l’archetipo è luce.