Visi Di/visi – Io faccio Facce

Arte, Musica

Arcadia Art Gallery, Ripa di Porta Ticinese 61 , Milano, Mi, 20143, Italia
30/01/2019 - 08/02/2019

Tutti i volti ed i mondi possibili nelle opere del poliedrico artista IVAN CATTANEO in una mostra imperdibile sui Navigli di Milano a cura del Professor Giorgio Gregorio Grasso.
Vernissage mercoledì 30 gennaio h.18,30.
La presentazione di Giorgio Gregorio Grasso :
In qualità di Storico e Critico dell’Arte, e di Curatore d’Esposizioni Internazionali, mi sono sempre chiesto che cosa nella moltitudine d’Opere prescelte per ogni Rassegna, avrebbe potuto suscitare in me una temporanea sospensione dal giudizio critico stesso, come anche un’astensione totale da quei canoni ormai arbitrari pur tuttavia imprescindibili di selezione, radicati nell’estetica; mi sono chiesto che cosa, dunque, in un quadro, avrebbe potuto raccontare a me, a voi, nel silenzio d’un istante, di un’Arte senza nome né Paese, universale perché intima e quindi ancestrale, di rilevanza profonda e corale, al di sopra delle parole, senza una definizione.

Una risposta l’ho colta attraverso i lavori ibridi di Ivan Cattaneo, icona della contemporaneità, Cantautore e caro amico, Poeta, personalità poliedrica ed Artista da me presentato in occasione della Personale sua “Visi Di/Visi” tenuta nella Casa d’Arte Viadeimercati, come anche in “Visioni Metropolitane”, nella collettiva a duecento Artisti a da me curata in Piacenza Expo, entrambe del 2018. Entro le proporzioni armoniche, classiche, di ogni sua Opera, infatti, l’integrità – e coralità – è data dalla scissione delle parti: ognuna di esse, in quanto frammento fotografico o digitale, lessicale o cromatico, tecno-poetico, esistenziale, reso abnorme nell’iper-fibrillazione e stridore dei vari medium espressivi, è il monito e l’unità di misura di una perfezione che è tale soltanto quando coincide con l’umana verità. Sono per lo più volti, maschere tribali, ibridi perduti fra un Tempo e l’altro o tra una forma e l’altra, ad essere conformati: non importa all’Artista delineare come e chi siano, importa che siano veri, che stiano vivendo, che cerchino i nostri occhi per sopravvivere alla solitudine interminabile che pure li tiene vivi, ancorati a loro stessi.

La suddivisione modulare da Plotter painting di Cattaneo, si svela toccante scansione di stati d’animo, per occhi e bocche raddoppiati sulle effigi dei volti effusi da ipercromatici brandelli, solcati da nero stupore, e banditi dal possedere un’unica identità: sebbene il volto dell’Autore lo si ritrovi idealmente stigmatizzato quanto a proporzioni, non sussiste in essi alcuna autoreferenzialità; e possiamo certamente menzionare a tal proposito Braque, Picasso, Dalì, Bacon, come fonti di suggestione, memori oltretutto del fatto che Cattaneo è profondo conoscitore dell’Arte moderna. Ma, nel silenzio, al cospetto di ogni sua Opera, non troviamo definizione o ragione che possa spiegare la presenza anche dei nostri stessi occhi, nascosti dietro un frammento senza nome, a guardarci sopravvivere.