Walkable Art opere di Antonio Riello

Arte

Via della Barchetta 13 , roma, RM, 00186, Italia
23/02/2023 - 13/02/2023

Il riciclo è assurto allo status di “Mantra obbligatorio”. Queste nuove opere di Antonio Riello possono essere immaginate come le mappe concettuali di questa attitudine etica e soprattutto delle paure, delle speranze e delle psicosi collettive che la accompagnano. Insomma, una specie di “Dizionario Visuale” della Civiltà Sostenibile e della sua speciale forma antropologica. Il discorso dell’artista coinvolge tutte le forme di riuso e riparazione che sono connessi all’Estetica dell’Austerity. Materiali ed icone, assieme, vanno in definitiva a costituire una riflessione visiva sul cosiddetto “Lusso Consapevole” (una traduzione glamour di quella che un tempo veniva chiamata, senza enfasi, nelle scuole dell’obbligo “Economia Domestica”). Questi lavori sono realizzati solo con fibre di cocco riciclato, lo stesso materiale degli umili zerbini, oggetti quotidiani semplici e senza pretese. Anzi qualcosa che, per definizione, viene calpestato. Oggetti che nascono dicendo “welcome!” in un tempo dove il benvenuto viene dato sempre più di rado (l’artista è evidentemente un incorreggibile ottimista...). La fibra di cocco viene rilavorata ed incisa con l’uso di un plotter. La parte strutturale è fatta di diversi tipi di legno provenienti da vecchi arredi, casse e mobili demoliti, ogni frammento ha una sua affascinante storia da raccontare. Riello vuole qui contemporaneamente celebrare (in maniera critica ed ironica) la diffusa moda per il vintage e il retrò, un evidente segnale di paura e sfiducia verso il futuro. Il culto del passato è una forma di riciclo culturale (abbastanza poco virtuosa almeno secondo Riello). Uno dei temi indagati in questa mostra è quello delle cosiddette “Terre Rare”, gli elementi atomici utilizzati nella produzione dei componenti elettronici. Oggetto di meraviglia tecnologica ma spesso anche di sfruttamento neo-coloniale. Il “lato oscuro” della Tavola Periodica di Mendeleev. Ironia come alternativa, come denuncia, come grido di allarme, ma anche come codice alternativo, come strumento critico di coscienza e autocoscienza, come immagine replicata di una realtà contemplata, violata, ri-definita e restituita alla sua originale purezza. Ironia intesa come segno della vita o, forse, come sogno di una nuova vita.” M.Vanni.