11 – Viaggio all’origine dell’architettura delle immagini
Arte, Design, Arti Performative, Architettura, Fotografia, Altro
San Marco 3160 - Salizada Malipiero, Venezia, Venezia, 30124, Italia
26/05/2018 - 17/06/2018
11 è una linea di trasporto urbano molto particolare, forse unica. Dapprima autobus, poi ferry boat, poi nuovamente autobus e infine, in prossimità di un cimitero, battello. 11 è un numero elegante: due linee verticali, parallele, due volte 1, una doppia origine.
Nel suo viaggio metamorfico l'11 attraversa lingue di terra strette tra mare e laguna, e tratti di acque dove le correnti si mescolano.
E' lungo il suo percorso che sono nate le immagini di questa serie, il cui intento iniziale era di indagare, attraverso un progressivo svuotamento dell'immagine, gli elementi minimi e irriducibili dell'architettura, la struttura di base, spogliata dei motivi e delle variabili occasionali.
Come caso studio ho scelto i ripari temporanei costruiti sulla spiaggia di Pellestrina. Questi ripari, eretti con i materiali portati dal mare e arredati con i più disparati elementi di recupero, subiscono durante i mesi invernali una progressiva sottrazione degli elementi funzionali e decorativi, che ne isola i componenti di base della struttura. La semplicità delle strutture, la diminuzione del disturbo generato dagli elementi occasionali, l'isolamento e la neutralità dello sfondo, ne facevano un soggetto ideale per l'indagine.
La combinazione di queste condizioni ha tuttavia generato qualcosa di inaspettato: una sospensione temporale tra le cui maglie si è fatta strada una regressione della visione, che mi ha spinto a seguire un percorso imprevedibile. Dalla sospensione temporale, originata dalla rarefazione degli elementi visivi, sono emersi alcuni schemi ricorrenti della percezione, indipendenti dai soggetti rappresentati, che hanno spostato l'attenzione dagli oggetti della rappresentazione alle operazioni fisiche dell'organo biologico, dall'immagine come immagine di qualcosa, all'immagine come manifestazione di quelle operazioni. Questi schemi ricorrenti mettono in luce l'analogia tra le regolarità rilevate nel campo visivo dall'organo sensoriale e le “nozioni” della geometria elementare e segnalano che queste sono “non tanto rappresentate nell'oggetto, quanto nell'analizzatore sensoriale che lo percepisce e lo ricompone a partire dai suoi elementi più semplici”*. In essi si rivelano le limitazioni biologiche imposte alla struttura dell'immagine.
L'inattesa regressione innescata dal progressivo svuotamento dell'immagine, inizialmente concepito per visualizzare la struttura di base degli oggetti dell'architettura, rivelava invece la struttura più profonda dell'organo sensoriale, una struttura primaria di cui gli oggetti percepiti rappresentano le qualità emergenti.
11 nasce inseguendo questa regressione: è il tentativo di visualizzare la struttura primaria, organizzando un campo di forze visivo la cui struttura manifesti l'architettura dell'organo sensoriale, cioè un campo dove processo percettivo e risultato del processo, l'immagine, convergano un attimo prima di coincidere. Non c'è qui l'illusione di trovare un fondamento a partire dal quale le cose prendono forma, ma piuttosto il tentativo di individuare la costanti implicite che operano nella relazione tra organo di senso e ambiente.
(Fulvio Osenigo)